Ci si può infuriare e prendersela con dio, il governo, i cinesi. Si può cadere in depressione o alimentare la speranza; abbattersi o rialzarsi dalle macerie guardando il mondo con occhi nuovi.
Sta a noi la scelta…
L’umanità non ha ancora capito il valore del pensiero, e non ama pensare. Preferisce muoversi meccanicamente, per abitudine, omologandosi alla massa, credere di sapere senza sapere un bel nulla. L’ignoranza pervade ogni settore, e dall’ignoranza si sprigionano la prepotenza e la cattiveria.
Stiamo vivendo un incubo?
No, io non direi così… il linguaggio negativo determina esperienze negative. Stiamo attraversando un periodo di crisi, indubbiamente grave, avvolto dall’incertezza. Però, come ogni male, ha il suo lato positivo: possiamo fermarci e riflettere, cogliere l’occasione per riacciuffare i valori essenziali della convivenza. Rielaborare la scala delle priorità.
E non venitemi a dire che l’aperitivo sia un bisogno primario!
Che prendere la macchina per un chilometro sia sensato!
Che fare incetta di cosmetici sia razionale!
Che tanta costosissima burocrazia sia indice di efficienza!
Che divorare carne, chimica e batteri abbia un risvolto favorevole sul vostro benessere!
Possibile che non esitate a spendere centinaia di euro per vedere una palla rimbalzare su un manto erboso e poi, quando si tratta di comprare un libro, vi fate i conti in tasca?
No, abbiamo bisogno di arricchire le nostre anime con arte, cultura e conoscenze.
Fare della filosofia un principio di esistenza.