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Cultura, miti e simbologie
Home›Cultura, miti e simbologie›La notte di Valpurga

La notte di Valpurga

By Antonio Di Bartolomeo
5 Febbraio 2018
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La notte di Valpurga è una festa di celebrazione della primavera, tipica delle regioni centro-settentrionali d’Europa. Celebrata tra il 30 aprile e il primo maggio con canti, balli e falò, assume diversi significati a seconda delle differenti tradizioni e culture dei Paesi presso i quali è celebrata. Secondo vecchie tradizioni germaniche le streghe uscivano dai loro rifugi per danzare in onore della luna sul monte Blocksberg, sul confine tra i Länder della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt, nella catena montuosa Harz (parola che in tedesco significa “foresta”). La tradizione si sovrappose alla celebrazione della ricorrenza di santa Valpurga, fino a divenire la “notte di Valpurga”. I satanisti laveyani considerano la Walpurgisnacht come una delle tre feste sacre, insieme al proprio compleanno e Halloween, così come dichiarato da Anton LaVey stesso in The Satanic Bible. I celebranti si riuniscono attorno a un falò cantando canzoni tradizionali.

Nella cultura

Una scena del Faust (parte I) di Goethe è chiamata Walpurgisnacht, così come il secondo atto del testo teatrale Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee, e un’altra scena ancora del Faust (parte II) è chiamata Klassische Walpurgisnacht. La notte di Valpurga è inoltre il titolo di un romanzo del 1917 di Gustav Meyrink, e il racconto horror I sogni nella casa stregata di Howard Phillips Lovecraft è incentrato cronologicamente su questa ricorrenza. La terza notte di Valpurga è anche la raccolta di scritti che Karl Kraus dedicò all’avvento del nazionalsocialismo (testo scritto fra il maggio e il settembre del 1933 e pubblicato postumo nel 1952 da Heinrich Fischer) nel quale l’autore denuncia la barbarie, gli omicidi e la creazione dei campi di concentramento da parte del neonato regime totalitario in Germania. Riferimenti alla notte di Valpurga si riscontrano anche nella musica, con Felix Mendelssohn Bartholdy che ha musicato una ballata per soli, coro e orchestra su testo di Goethe, Die erste Walpurgisnacht, mentre i Procol Harum pubblicarono nel 1967 un disco dal titolo Repent Walpurgis (altrimenti noto in italiano come Fortuna), un brano strumentale nel quale era inserito l’inizio del preludio n° 1 in do maggiore di Bach da Il clavicembalo ben temperato, lo stesso sul quale Gounod compose la sua Ave Maria. Walpurgisnacht è anche il titolo del primo singolo estratto da Luna, l’ultimo album (datato settembre 2014) della band Pagan Folk tedesca Faun; il video musicale è interamente incentrato sulle immagini che descrivono la celebrazione di tale notte.

Altri riferimenti

“Ogni anno, il trenta aprile, ricorre la notte di Valpurga. Il popolo crede che in quella notte il mondo degli spettri si liberi e si scateni. Ma vi sono anche delle notti di Valpurga cosmiche, Eccellenza! Il periodo di tempo che le separa è così grande, che l’umanità non se ne ricorda, sì che essa le vive, ogni volta, come un avvenimento nuovo, mai prima verificatosi”. (G. Meyrink, “La notte di Valpurga”, capitolo “Nello specchio”).

In Svezia cantare in coro è un passatempo molto diffuso, e la grande occasione per i coristi è la vigilia (la famosa notte di Valpurga) del Primo Maggio, giorno di Santa Valborg. Grandi falò vengono accesi quella sera, spesso sulle alture, così da potere essere visti da lontano; e quando le fiamme sono alte, ecco farsi avanti gruppi di uomini (di recente s’è vista anche qualche donna) col capo ricoperto dai classici berretti bianchi che gli studenti universitari portano in quella stessa occasione. Iniziano così i cori, note tradizionali che sono le stesse dappertutto e che cantano la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera.

Santa Valpurga, in alcuni casi Valburga (Wessex, 710 circa – Heidenheim, 25 febbraio 779), fu una religiosa di origini anglosassoni ma vissuta prevalentemente in Germania, dove spirò. La Chiesa cattolica la venera come santa. Nata nella contea anglosassone del Wessex, Valpurga ebbe due fratelli santi, san Villibaldo e san Vunibaldo. Fu badessa in Germania ad Heidenheim, nel monastero doppio fondato insieme al fratello san Vunibaldo. Verso il XII secolo i genitori di Valpurga furono identificati come san Riccardo d’Inghilterra, un nobile inglese del Wessex, e Wuna (o anche Wunna o Wina). Dopo la morte, le sue spoglie furono trasferite a Eichstätt, nell’Abbazia di Santa Valpurga, per ordine del vescovo di Eichstätt Otgar il primo maggio 870. Secondo la leggenda, la sua tomba trasudò per qualche tempo un liquido dai poteri taumaturgici. Nel 916 il re carolingio Carlo il Semplice fece trasferire le reliquie della santa in una cappella di Attigny servita da dodici canonici, che fu sottomessa all’abbazia di San Cornelio di Compiègne. Dal Martirologio Romano: «Nel monastero di Heidenheim nella Franconia in Germania, santa Valburga, badessa, che, su richiesta di san Bonifacio e dei suoi fratelli i santi Villibaldo e Vinebaldo, dall’Inghilterra venne in Germania, dove resse saggiamente due monasteri, di monaci e di monache».

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