Burāq

Si narra che il leggendario destriero alato dal volto femminile conducesse Muḥammad dal Tempio Santo al Tempio Ultimo. È il Corano a rivelarlo nella XVII sura (Al Isrâ’). Una notte dantesca di grandi incontri: Adamo, Yaḥyà (Giovanni Battista), ʿĪsā (Gesù), Yūsuf (Giuseppe), Idrīs (Enoch), Hārūn (Aronne), Mūsā (Mosè), Ibrāhīm (Abramo).
«L’arabista spagnolo Miguel Asín Palacios narra di un mistico murciano del XIII secolo che definì la bestia simbolo dell’amore di Dio. Pertanto, l’animale fantastico può corrispondere alla purezza. Infine, secondo una delle numerose tradizioni islamiche, è dimostrata la sacralità del mostro e persino la sua appartenenza al Tempio di Dio. Si racconta infatti che quando si sollevò dalla Terra per accompagnare il Profeta, in direzione del Settimo cielo, fece rovesciare una giara colma d’acqua. Maometto, una volta ritornato dal Cielo, la rimise in piedi. L’acqua non si era per nulla versata»
(Orazio Labbate, 2016)